Prima la denuncia di una vittima, un ragazzino di tredici anni. Poi la confessione: non un singolo episodio, ma una trentina, diluiti in una decina d’anni. L’ex abate di Farneta, don Pierangelo Bertagna, 44 anni, originario della provincia di Brescia, arrestato l’11 luglio scorso per violenza sessuale dopo la denuncia di un tredicenne, in questi mesi ha aggiunto particolari al suo racconto, rivelando attenzioni morbose di natura sessuale verso giovani, in episodi avvenuti in tutta Italia. Una confessione scaturita anche in seguito alle decine di denunce pervenute ai carabinieri di Cortona dopo il clamoroso arresto del luglio scorso. Un episodio che ha fatto scoprire una verità sommersa. Il sacerdote, appartenente alla comunità dei “Ricostruttori nella preghiera”, ha raccontato episodi che risalgono addirittura a 12 anni fa, quando ancora non era entrato in seminario. Vittime ragazzi che nel nord Italia frequentavano la comunità. Poi al seminario ad Arezzo, dove Pierangelo Bertagna era entrato in età avanzata, quasi 35enne. Anche all’interno dell’istituto che forma i nuovi sacerdoti, si erano verificati episodi gravi: atti di libidine li definiva il vecchio codice di procedura penale, oggi inclusi nel più generale reato della violenza sessuale. Alcuni episodi, al di là della possibile prescrizione alla quale molti di questi fatti saranno sottoposti, non sono nemmeno reato, se avvenuti con maggiorenni consenzienti. Poi dal 2000, anno in cui il vescovo di Arezzo Gualtiero Bassetti lo ha ordinato sacerdote (lo stesso vescovo che una settimana fa lo ha sospeso “a divinis”), la sua attività si è svolta all’ Abbazia di Farneta, nel comune di Cortona. Per tre anni al fianco del vecchio parroco locale, morto nel 2003, poi come capo della comunità locale, don Bertagna ha portato con sé le regole e i principi dei “Ricostruttori nella preghiera”. Conduceva una vita ascetica, dormendo spesso per terra e mangiando solo verdure, tenendo barba e capelli incolti. [...] Nel frattempo, per l’ex abate resta attivo il provvedimento di arresti domiciliari. Per tre mesi è rimasto in un convento dell’Appennino tosco-emiliano; ora è stato trasferito in un’altra struttura religiosa della Toscana meridionale tenuta segreta.
Fonte: Repubblica.it