«Sì, io – come altri sacerdoti – conoscevo da tempo certi strani comportamenti di don Massimiliano. Al punto che prima che venisse ordinato sacerdote nel ’97, quando ancora era vice rettore del seminario minore di Montefiascone, scrissi insieme a loro alla Curia, retta dal vescovo di allora Fiorino Tagliaferri, affinchè rinviasse l’atto. Portando in questa lettera esempi e fatti tangibili su certe situazioni che riguardavano don Massimiliano e che ci angosciavano. Ma da quella lettera fino all’altro giorno non abbiamo mai ottenuto una risposta da parte di nessuno». A parlare, rimanendo nel più stretto anonimato, è un sacerdote coetaneo di don Massimiliano, un suo vecchio compagno di studi, ora parroco di una chiesa della Tuscia. [...] «Alla fine Massimiliano venne ugualmente ordinato dal vescovo Tagliaferri: fu proprio uno degli ultimi e inviato ad Acquapendente; dopo due anni venne di nuovo trasferito a Cura di Vetralla come vice-parroco. Anche qui, mi risulta, ci furono alcuni episodi anomali e voci equivoche che investirono don Massimiliano, se non addirittura una denuncia. Tant’è che dopo pochi anni venne di nuovo trasferito a Oriolo Romano. Non spetta a me giudicare, ma cambiare tre parrocchie in nove anni è quantomeno singolare. E a questo punto mi viene anche il legittimo dubbio che anche l’attuale vescovo Lorenzo Chiarinelli fosse all’oscuro di tutto. Come se intorno a lui ci fosse una sorta di filtro».
Fonte: il Messaggero, cronaca di Viterbo